Politica: bugie e riforma

AICCREPUGLIA NOTIZIE

POLITICA: bugie e riforma

di Giuseppe Valerio

 

 

 

Siamo frastornati. Sembra una babilonia. Ci si raccapezza poco.

Forse non siamo preparati, non abbiamo sufficienti strumenti per capire.
La verità è che più si segue i politici e meno si comprende.

Prendete la riforma della legge elettorale.

Fino a qualche giorno fa,  per mesi e mesi, sia la “politica” sia i tanti commentatori della grande e della piccola stampa hanno fatto credere che in Italia senza la riforma del Porcellum, la legge elettorale dichiarata incostituzionale dall’Alta Corte, non avremmo potuto trovare la via giusta per la ripresa.

Anzi nulla si poteva toccare se prima non si fosse riformata la legge elettorale, specie dopo l’ultima tornata che aveva diviso in tre l’elettorato.

Come se il voto dipendesse dalla legge e non dal popolo che si esprime nella cabina elettorale!

Questo il primo equivoco – voluto e conclamato!

Da quello che ci hanno insegnato e che abbiamo capito per esperienza le elezioni sono un mezzo per rappresentare il popolo, ma non possono condizionare la volontà popolare.

Per cinquanta anni dopo il secondo conflitto mondiale è vero che i governi duravano poco – era la cosiddetta prima repubblica – ma nella seconda non è che siano durati molto di più  e nella terza non sappiamo ancora!

Era la politica che trovava la soluzione per formare i governi e costruire le maggioranze…

Dopo l’ultima esperienza del governo Renzi ci è sembrato rivivere i periodi del cinquantennio!

Il dualismo o bipolarismo non si può imporre per legge, ma si costruisce nella cultura e nella prassi politica. Se non c’è nel popolo non si può crearlo artificialmente a Monte Citorio. Difatti quello che accadeva prima è successo dopo e nonostante tutto sono bastati pochi parlamentari per far cadere Prodi o Berlusconi che pur avevano sulla carta la maggioranza assoluta.

Il problema allora non  è di ingegneria elettorale ma di politica. Se esistono uomini politici e partiti veri le alleanze si compongono al di là dei risultati elettorali.

Difatti il primo vertice di maggioranza della seconda repubblica, quello presieduto qualche giorno fa dall’on Del Rio, ha visto seduti al tavolo ben nove- dico nove – rappresentanti di partiti(!?!).

Ma questo il è meno. La condizione più drammatica è che la “nuova politica” vive , come la vecchia, di qualche bugia.

Nulla si può fare in Italia – forse la stessa crisi economica sarebbe rientrata – se non dopo l’approvazione di un a nuova legge elettorale. Prima perché c’era la legge porcata – il Porcellum appunto – poi perchè non si poteva votare con la legge esistente – quella per capirci conseguente alla sentenza della Corte Costituzionale – cioè un proporzionale puro con sbarramento.

Senza di quella riforma l’Italia sembrava bloccata. Tutto si è giustificato in nome di quel risultato.

Il governo Letta non poteva “cadere”, le elezioni non si potevano affrontare – il Presidente della Repubblica aveva tutto fermato. La stessa combinazione di nuove o diverse maggioranze parlamentari erano condizionate dalla riforma delle riforme (la nuova legge elettorale)!

Lo “sdoganamento” politico di PD e FI – l’incontro “storico” tra Renzi e Berlusconi nella sede del PD era giustificato dalla impellente “necessità” di predisporre qualcosa di comune istituzionalmente che mettesse “in sicurezza” la politica italiana! Boh!

Poi è bastata un’accelerazione – le cui motivazioni sin intravedono in filigrana ma che si scopriranno più in là – libri di autori americani, richiesta di impeachement del Presidente Napolitano, interessi economici di Confindustria e CGIL, ambizioni personali di qualche leader, concezione oligarchica per cui  poco più di un centinaio di dirigenti partitici valgono più di 40  milioni di elettori. Insomma il solito mix caratteristico della “prima repubblica” hanno fatto ricomparsa sulla scena politica ed OHPS il nuovo governo Renzi!

E la riforma elettorale! Boh!

Si dice occorre farla dopo l’approvazione della riforma del Senato.

E qui potremmo dirne ancora tante! Che significa riforma del Senato?

Per semplificare la vita del Governo che si confronterebbe con una sola Camera e decurterebbe il tempo per l’approvazione delle leggi.

Bene: è una cosa che da tanti anni dice Berlusconi, anzi il Parlamento aveva approvato una riforma ma poi il popolo, su input della sinistra, l’aveva bocciata in un referendum.

Allora era il popolo o…

Che significa un Senato in cui ci siano gli stessi che hanno pesanti responsabilità nella propria città o regione? Quando avranno il tempo di dedicarsi al Senato?

Oppure si vuol sottintendere l’inutilità di una seconda camera? Ditelo apertamente e sopprimetela.

Noi, invece, riteniamo l’utilità del Senato ma come rappresentante delle istanze, e quindi della rappresentanza popolare, delle autonomie locali e perciò abbisognevole di gente che vi si dedichi.

Non riducete il tutto ad una questione di risparmio. Anche questa è una bugia ed un falso problema: Il gruppo parlamentare dei Cinque Stelle  sta dimostrando che i deputati ed i senatori possono far risparmiare rinunciando a molte delle loro spettanze, pur previste dalla legge!

E poi che senso ha una maggioranza di 108 sindaci – quelli dei comuni capoluogo, più i presidenti delle giunte regionali e ben 21 senatori scelti dal Presidente della Repubblica! Mah. Quante improvvisazioni!

Per esempio. Perché i sindaci dei comuni capoluogo?. Ci sono città di 35 mila abitanti – vedi in Molise- e comuni di ben 100 mila abitanti vedi Andria o Barletta in Puglia…!

Se la rappresentanza deve esserci che siano coloro cha hanno quell’incarico a scegliersi chi li deve rappresentare. Ci si è dimenticati che in ogni regione c’è o dovrebbe esserci il CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE?

Abbiamo conosciuti sindaci “schiappe” di città grandi e sindaci “bravi” di comuni piccoli.

Ma questo è secondario, poiché quello che intendiamo evidenziare è la manifesta inconcludenza di aver messo la riforma elettorale quasi in secondo piano – il mantenimento di un governo vale di più di quello che fino a qualche giorno fa sembrava la “priorità” della politica italiana!

Comunque vedremo. Noi abbiamo forti dubbi che la cosa rimanga così, perchè come sempre è accaduto, alla fine la verità vince sempre anche contro ogni furbizia politica.

Il popolo sembra ma non è fesso!

Segretario generale aiccre puglia